Il termine “pet therapy” (oggi IAA) trova riferimento per la prima volta nel 1961 nel libro “The dog as co-therapist”, in cui Boris Levinson, neuropsichiatria infantile, enunciava le “teorie” con cui il medico poteva interpretare razionalmente i risultati, positivi, ottenuti coniugando la psicoterapia nella cura dell’autismo nei bambini alla presenza degli animali.
Lo stesso Levinson nel 1969 descrive in una sua pubblicazione le metodologie operative della pet therapy, che vengono identificate nella “Pet-oriented child psycotherapy” (psicoterapia infantile orientata con l’intervento degli animali). Levinson documentò quindi il modo con cui l’animale fungeva da “ponte”, da “mediatore” tra il professionista e il paziente, favorendo il costituirsi di un’alleanza terapeutica e fornendo al paziente la motivazione a partecipare attivamente al processo terapeutico stesso. L’animale forniva al bambino la possibilità di proiettare il proprio mondo interiore, difficilmente esprimibile ed era occasione di scambio e di gioco rendendo più piacevole l’incontro terapeutico.
Nata in modo pioneristico e sperimentale la Pet Therapy si arricchì velocemente di nuovi studi come quelle dei coniugi Samuel e Carson, due psichiatri americani che utilizzarono le teorie di Levinson per la cura degli adulti con problemi mentali.
L’introduzione di un animale è dunque in grado di modificare ogni contesto poiché comporta uno spostamento dell’attenzione degli individui verso il mondo esterno e riduce le emozioni creando un avvicinamento tra le persone ed un incremento di aspettative positive verso gli altri (M. Frefrickson, 1998).
Con il passar del tempo si sono moltiplicate un po’ ovunque le esperienze di impiego degli animali come co-terapeuti ed è aumentato l’interesse della medicina e della scienza sul tema delle relazioni uomo-animale da compagnia a dimostrazione dei benefici che derivano da questa interazione.
Nel 2002 un gruppo di lavoro composto da Istituzioni Pubbliche, Associazioni che si occupavano di pet therapy ha elaborato documento “Carta Modena 2002 – Carta dei valori e dei principi sulla pet relationship”, definendone la tipologia dell’attività e individuando i criteri che consentono di progettare i piani di valutazione dell’intervento.
Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28/2/2003 “Recepimento dell’accordo recante disposizioni in materia di benessere animale degli animali da compagnia e pet therapy”, si invitano le regioni ad incentivare le attività di pet therapy, riconoscendo per la prima volta nel nostro paese il ruolo dell’animale nelle vita affettiva di una persona nonché la sua valenza terapeutica (link).
Anche la Legge n. 5/2005 della Regione Emilia-Romagna, comprende nella definizione di animali da compagnia anche quelli impiegati nella Pet therapy.
In Italia non esiste comunque al momento una legislazione specifica in materia di Pet therapy, sebbene ci siano iniziative a livello di singole regioni, tra cui anche la regione Emilia Romagna.
Con decreto del Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali del 18 giugno 2009 è stato istituito il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti dagli animali (pet therapy) che ha sede presso la Sezione complessa territoriale di Verona e Vicenza dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.