La leishmaniosi nell'uomo: chi è a rischio di infettarsi e di sviluppare la malattia

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Tutte le persone, qualsiasi sia la loro età, sono a rischio di infettarsi con Leishmania infantum, in particolare se vivono in zone tradizionalmente endemiche per leishmaniosi canina. In Italia, queste ultime sono rappresentate principalmente dalle aree rurali o suburbane delle Regioni del centro-sud e delle isole. Attualmente il rischio esiste inoltre in numerosi, seppur delimitati, territori dell’Emilia Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli dove è in atto una progressiva espansione dell’infezione nel serbatoio canino. 

In Emilia-Romagna l’area maggiormente interessata è quella collinare e pedecollinare a sud della via Emilia. 

Chi è a rischio di sviluppare la malattia

Il contatto uomo-parassita si traduce per lo più in infezioni asintomatiche. A differenza del cane l’uomo è, infatti, più resistente e raramente si ammala di leishmaniosi. In generale la malattia si riscontra con maggiore frequenza fra le persone che hanno problemi a carico del sistema immunitario, come i bambini al di sotto dei due anni di età - nei quali il sistema immunitario è immaturo - i trapiantati e più in generale coloro che assumono farmaci immunosoppressivi in modo continuativo. Un rischio particolarmente elevato lo corrono le persone sieropositive per HIV o affette da Aids. Il virus dell'immunodeficienza umana incrementa infatti il rischio di sviluppare la malattia di 100-1000 volte, contribuisce allo sviluppo di forme cliniche più gravi e facilita le recidive nonostante il ricorso a terapie adeguate. Altre condizioni predisponenti sono rappresentate dalla gravidanza, dalla malnutrizione, dal diabete mellito e dalle malattie croniche del fegato.



   
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