L’uomo s’infetta mediante la puntura del flebotomo, così come il cane. Non esistono evidenze scientifiche che i proprietari di cani infetti siano a maggior rischio rispetto alle altre persone. Il flebotomo che punge un cane infetto ed assume il parassita, non è in grado di trasmetterlo immediatamente: il parassita diviene infettante dopo circa 2 settimane.
Il rischio per l’uomo è legato alla presenza dell’infezione nel territorio piuttosto che all’interno dell’ambito familiare.
L’uomo è comunque generalmente molto resistente al parassita: a fronte di centinaia di migliaia di cani infetti in Italia, solo 100-200 casi umani vengono osservati annualmente, nelle aree nelle quali la malattia nel cane è molto diffusa.