Ho un gatto: L'origine del gatto

Sezione: Pagine tematiche > Ho un gatto

Il processo di domesticazione del gatto è molto più recente di quello del cani e si ritiene risalga risalisse alla civiltà egizia , verso il 2000 a.C., ma poi la scoperta nel 2004 di un gruppo di archeologi guidati da Jean-Denis Vigne di resti di gatto vicino a quelli di uomini in una sepoltura a Cipro, porta l'inizio di questa relazione tra i 7500 e i 7000 anni prima di Cristo. 

Il gatto era adagiato in una piccola fossa a 40 centimetri dagli altri reperti trovati; la comune sepoltura testimonierebbe che uomini e felini avessero già intrecciato legami di affetto reciproco. Recenti scoperte collocano ora l’inizio della domesticazione di questo felino in Asia, quando l'uomo stava diventando agricoltore, abbandonava la sua condizione di nomade e iniziava a costruire case e magazzini dove conservare le granaglie per le semine successive. Questi depositi rappresentavano probabilmente un'attrazione molto forte per i topi, e dalla necessità di difendere le scorte dai roditori è forse nata la simbiosi fra uomo e gatto. Dall’Asia questi animali hanno viaggiato diffondendosi in tutti i continenti. 

Gli antichi egiziani chiamavano "myeu" il gatto; addomesticarono quelli che vivevano ai bordi del delta del Nilo, originariamente per debellare i topi che infestavano i granai e giunsero a divinizzare i tratti del gatto nella dea protettrice Bastet, simbolo di fecondità e dell'amore materno. Il culto di Bastet raggiunse una diffusione tale che il gatto in Egitto era protetto dalla legge. Era vietato fargli del male o trasferirli al di fuori dei confini del regno dei faraoni. Chi violava tali disposizioni era punibile con la pena di morte. Nonostante le leggi egizie proibissero l'esportazione dei gatti, ritenuti animali sacri, i navigatori fenici li contrabbandarono fuori del paese, facendone oggetto di commercio insieme ad altre merci preziose.

Con i commercianti e le loro merci il gatto si diffuse in Grecia e nell'Impero Romano. I romani avevano una passione per i gatti; dapprima erano riservati alle classi agiate, poi l'uso di possedere un gatto si propagò in tutto l'impero e in tutti gli strati della popolazione, assicurando così la propagazione dell'animale in tutta l’Europa. L'immagine del gatto nell'Islam è principalmente positiva, grazie all'affetto che portava loro Maometto, dopo essere stato salvato da un morso di serpente da una gatta soriana, Muezza, che poi venne adottata ed amata dal Profeta. Per l’affetto e l'amore che nutriva nei confronti della sua gatta, Maometto regalò ai felini il dono di cadere sempre su quattro zampe. Tutt'oggi, nei paesi di cultura araba, il gatto è solitamente l'unico animale al quale è permesso di passeggiare liberamente nelle moschee. 

Al contrario, il gatto fu demonizzato nell'Europa cristiana durante la maggior parte del Medioevo, a causa dell'adorazione di cui era stato l'oggetto in passato da parte dei pagani. Nella simbologia medievale, il gatto era associato alla sfortuna ed al male, soprattutto quando era nero, ed anche all'essere sornioni e alla femminilità. Era un animale del diavolo e delle streghe. Gli si attribuivano dei poteri soprannaturali, tra cui la facoltà di possedere sette (o nove) vite. Nella notte di San Giovanni, nelle piazze, venivano bruciati vivi centinaia di gatti rinchiusi in ceste assieme alle donne accusate di stregoneria. Le gravi epidemie di peste, dovute alla proliferazione dei ratti, potrebbero essere una conseguenza della diminuzione del numero dei gatti. 

Nel Rinascimento il gatto venne rivalorizzato, soprattutto a causa dell'azione preventiva contro i roditori, divoratori dei raccolti. Nel 1800 il gatto si riscatta da secoli di persecuzioni, riacquistando dignità e tornando in auge, divenendo spesso "soggetto artistico" per poesia e pittura. Nel corso del Novecento si va a consolidare l'apprezzamento per le varie razze feline.


Gatti nella pittura


     
 Les Chats, 1894

Theophile Alexandre Steinlen

 Gatto che divora un uccello

Picasso

 Femme au Chat

Renoir

   
Anagrafe regionale degli animali d'affezione - A cura di Usl Modena Home Chi siamo Credits
Contattaci Privacy Accessibilità Mappa del sito